Il premio, istituito dall’Amministrazione Provinciale di Ravenna che fino al 1966 aveva sponsorizzato il premio “G. Ballardini”, fu assegnato senza interruzione dal 1967 al 1987.
45° Premio Faenza (1987)
Motivazione
Ispirato dalle forme più classiche della ceramica, Pierre Bayle ha creato una scultura raffinatissima dal punto di vista sia formale che tecnico; esso trae la sua espressione da un carattere monumentale combinato con un'atmosfera di sapore mistico.
44° Premio Faenza (1986)
Motivazione
Tramite una ricerca che utilizza mezzi tecnico-industriali, Hedi-Katharina Ernst riesce ad unire eredità del mondo classico alle urgenze della contemporaneità.
42° Premio Faenza (1984)
Motivazione
Con grande esperienza nel trattare la materia, offre un'opera di notevole slancio, dove con sapienza si mostrano amalgamati decorativismo e severità di linee.
41° Premio Faenza (1983)
Motivazione
Nel trascorrere dei più piani d'orizzonte, l'opera di Lucietti, giuocata con maestria di tecnica, reca il fantastico segno di spazi inesplorati.
40° Premio Faenza (1982)
Motivazione
Con grande pulizia plastica sviluppa il motivo modulare, proponendo oggetti plastici tutti modificabili, secondo diverse incidenze di rapporti di forma, di materia, di luce e di colore.
35° Premio Faenza (1977)
Motivazione
Nelle opere presentate a questa edizione del premio l'artista offre una ulteriore conferma della propria consumata perizia tecnica che sa tradursi in esiti stilistici altamente poetici. La raggiunta purezza della forma, la qualità luminosa degli smalti, la perfezione delle superfici che fanno del colore un elemento strutturante dell'oggetto sono le doti più vere rivelate dall'artista. Il premio intende riconoscere con l'opera di Chapallaz la nobiltà di una tradizione in grado di coesistere autorevolmente con le proposte di ricerca sperimentale più avanzata.
34° Premio Faenza (1976)
Motivazione
L'opera di questo artista cerca di esprimere un'idea virile mediante un mondo monumentale che si può situare fra la scultura e l'architettura.
La tecnica di realizzazione che uso di materiali tradizionalmente estranei alla ceramica (la tela come matrice) conferisce all'insieme un senso di lievitazione e di mobilità di rara efficacia espressiva. Interessante è pure l'equilibrio raggiunto tra materia e smalto.